Patricia Bunn, curatrice della veste grafica della mostra in America, ha elaborato in modo sapiente e accattivante il lavoro svolto da Giorgia Magni per la versione italiana dell’esposizione. Proprio Giorgia ha affiancato il professor Alan Perry del Gettysburgh College, in un’introduzione di benvenuto carica di sentimento, quel sentimento con il quale Perry ha sempre condotto le sue ricerche storiche, unendo competenza, professionalità, meticolosità della ricerca ed empatia con le famiglie e i loro vissuti. Per questo possiamo davvero considerarlo parte della grande famiglia di AMPIL, insieme a David Sciamanna, che si è tanto speso nell’organizzazione dettagliata dei nostri giorni americani. L’arrivo in autobus alla Cappella della Pace costruita dai nostri soldati è stato forse il momento più intenso dei giorni in Pennsylvania. Il viso dei figli dei prigionieri si è fatto specchio delle più disparate emozioni che toccavano il cuore: la dolcezza del ricordo, la nostalgia, la felicità di poter essere in quei luoghi e risentire le presenze di un tempo, la sorpresa di scoprire quel mondo, la serenità di sentirsi parte di qualcosa di più grande che del solo individuale vissuto. Per l’occasione è stata scoperta una lapide commemorativa in ricordo dei prigionieri di guerra italiani che hanno costruito la chiesa, “luogo santo di preghiera per tutte le future generazioni”, come si legge nell’iscrizione. Sono stati tre giorni trascorsi come un unico grande abbraccio, che si è sentito durante la cena di condivisione in parrocchia a Chambersburg così come durante la messa nella Chiesa Corpus Christi¬, e poi ancora nella gita al Santuario National Shrine Grotto of Saint Mary of Lourdes nel vicino Maryland, così come alle commemorazioni per gli 11 anni dalla tragedia dell’11 settembre, ed infine nell’incredibile serata di musica, cibo e amicizia allestita con estrema generosità e spirito di fratellanza da Hank e Jan Guariello nella loro splendida casa, aperta a tutti noi come fossimo famiglia. Abbiamo davvero apprezzato l’impegno di Paul Cullinane nel preservare la memoria di nostri padri prendendosi cura giornalmente della chiesina, e gli siamo grati per l’affetto che quotidianamente lo lega alla nostra storia e che ricambiamo con tutto il cuore. In questa chiesina, 67 anni dopo la sua costruzione, abbiamo incontrato Ronnie, un uomo di settant’anni, figlio di un POW italiano di cui però non ha mai conosciuto le generalità. Ronnie, abbandonato da piccolo dalla madre, è cresciuto e diventato uomo con lo sguardo e il cuore rivolto oltreoceano, nella speranza che prima o poi qualcuno lo aiutasse a trovare informazioni, foto, il nome del proprio padre o di suoi parenti. La ricerca perdura tutt’ora, ma di fronte a Ronnie in lacrime con un trascorso così doloroso, e davanti alla sua voglia di trovare le sue radici, abbiamo avuto tutti ben chiaro ancora di più il valore dell’essere in quella chiesina a ricordare i nostri padri, a tenere viva la memoria e il ricordo proprio per non dissipare e non perdere le nostre radici. La visita al campo di Letterkenny in autobus ha suscitato più di un forte battito al cuore per chi, per la prima volta, ha potuto dare fisicità e concretezza alle storie ascoltate e ai luoghi sentiti nominare. Così, tra una serie infinite di foto e video che provano a fissare per sempre le emozioni di quei giorni, si è chiusa quest’esperienza americana con una duplice bellezza: aver rinsaldato la memoria, e aver costruito un legame nuovo e speciale tra i figli dei prigionieri che si sono conosciuti per la prima volta, e insieme hanno condiviso un pezzo della loro vita importante. Ringraziamo anche Carlo Borghetti, Vicepresidente del Consiglio Regionale della Lombardia, per la semplicità e l’affetto con cui ha segue la nostra associazione sin dai primi passi, portando anche in questo viaggio americano la sua amichevole e gioiosa partecipazione. Un ringraziamento anche all’artista Aldo Mazzantini, figlio del POW Mazzantini, per le preziose opere d’arte di cui ha fatto dono agli americani, e per il suo talentuosissimo intrattenimento musicale. La famiglia AMPIL si allarga, e non può che essere una ricchezza per tutti.
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